San Giuseppe, è “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.
San Giuseppe ha espresso concretamente la sua paternità “nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia”. è sempre stato molto amato dal popolo cristiano”.
In lui, “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”, quella che “ci fa accogliere la nostra debolezza”, perché “è attraverso e nonostante la nostra debolezza” che si realizza la maggior parte dei disegni divini.
Giuseppe è padre anche nell’obbedienza a Dio: con il suo ‘fiat’ salva Maria e Gesù ed insegna a suo Figlio a “fare la volontà del Padre”.
Chiamato da Dio a servire la missione di Gesù, egli “coopera al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro di salvezza”.
San Giuseppe riesce a mostrarci che i nostri problemi possono essere trasformati in opportunità affinché la Provvidenza di Dio si realizzi nella nostra vita.
Egli affronta “i problemi concreti” della sua Famiglia, esattamente come fanno tutte le altre famiglie del mondo.
Custode di Gesù e di Maria, Giuseppe “non può non essere custode della Chiesa”, della sua maternità e del Corpo di Cristo: ogni bisognoso, povero, sofferente, moribondo, forestiero, carcerato, malato, è “il Bambino” che Giuseppe custodisce e da lui bisogna imparare ad “amare la Chiesa e i poveri”.
La devozione del Papa a San Giuseppe

È nota la predilezione di papa Francesco per la figura dello sposo di Maria. “Giuseppe dormiente”.
Non solo: in una breve nota a metà della Lettera Patris corde, il Papa ricorda la sua “sfida”, rilanciata ogni giorno da 40 anni: dopo la recita delle Lodi segue quella di una vecchia preghiera trovata in un libro di devozioni francese dell’Ottocento. Il destinatario di quella “certa sfida” quotidiana è San Giuseppe perché, dopo avergli affidato tutto, “situazioni gravi e difficoltà”, quella vecchia orazione termina così: “Che non si dica che ti abbia invocato invano”.
Santa Teresa di Gesù ci insegna che “Non c’è grazia che lei avesse chiesto per intercessione di San Giuseppe e non l’abbia ottenuta”
Il Silenzio di Giuseppe è un silenzio che da frutti e che oggi ci parla: Giuseppe sa guardare la realtà e contemplarla.
Giuseppe si prese cura di Maria e Gesù, sapendo che erano i tesori più grandi.
Giuseppe ci insegna quello che oggi si chiama resilienza, che permette di saper trarre del bene anche dalle cose che non vanno, dalle difficoltà.
“In tutto c’è nascosta la grazia di Dio!” diceva Santa Teresa di Gesù bambino.
Quante difficoltà ha trovato Giuseppe nella sua vita, quante situazioni dove avrebbe potuto dire: “mi tiro indietro!” sto fuori! invece ha saputo cercare la verità anche quando non era facile e questo gli ha permesso di scoprire e vivere il bene che Dio gli ha messo sulla strada della sua vita, cioè il legame con Maria e Gesù.

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